Oltre agli aspetti prettamente militari - consistenza degli eserciti, dotazioni d'armi, strategia e tattiche -, ogni guerra può essere considerata sotto l'angolatura sociologica.
Il periodo post-bellico,sopratutto, si presta a evidenti processi di revisione ed esercizi di mitografia che non risparmiano né vincitori né vinti, in questo finalmente accomunati e pacificati.
Cosa rimanga dei drammi veri, della retorica a seguire, è spesso scoperta che giunge a distanza di molti lustri, quando le emozioni sono decantate sul fondo della memoria collettiva.
È allora che emergono le contraddizioni più rilevanti, quelle per esempio fra la sacralità, proclamata, e l'insignificanza, percepita e praticata. Osservatorio privilegiato: i luoghi turistici della guerra. Dove giovani eroi caddero fucilati, vacanzieri in camicie floreali e pantaloncini da mare scherzano e bivaccano potendosi permettere di ignorare le aste dei cannoni puntate addosso.
È anche questo un segno dei tempi: il carattere folclorico del sacro, che fa pendant con l'ostensione del prosaico.