Il rispetto della privacy

Erano gli anni 90, neanche allora erano tempi facili per chi, a 25 anni, decideva di intraprendere la professione di fotografo.
Da un po' tempo mi stavo facendo le ossa collaborando con la redazione locale del Gazzettino. Non pagavano molto ma era una esperienza interessante.
I soggetti che andavano per la maggiore erano: incidenti, omicidi e disgrazie di vario tipo...
Internet e la fotografia digitale erano ancora roba da fantascienza; i telefonini sarebbero arrivati qualche anno dopo. Per i servizi venivo contattato via telefono, arrivavo sul luogo richiesto, scattavo le foto e correvo in camera oscura per stamparle il più velocemente possibile per poi portarle in redazione.
La creatività e qualità estetica delle immagini contavano poco, era fondamentale arrivare prima degli altri:
tutto il resto era relativo, anche il rispetto della privacy…
Un giorno si viene a sapere di un ragazzo morto di overdose, quindi vengo “ inviato” a fare le foto ai genitori e alla famiglia di questo ragazzo. Arrivo insieme al giornalista, entriamo in casa, (all’epoca ai giornalisti aprivano tutti le porte..) dove la situazione era straziante, il padre seduto in un angolo che continuava a imprecare, la madre e la sorella nell’altro angolo che piangevano disperate, e io avrei dovuto scattare le foto… e non ce l’ho fatta… a me veniva solo da pensare che quelle foto, pubblicate, avrebbero fatto diventare quelle persone, per sempre, “i genitori del drogato”, e cosa avrei provato io o i miei genitori al loro posto, e mi si sono paralizzate le braccia, non riuscivo nemmeno a toccare la borsa per prendere la macchina fotografica. Sono andato via.
In redazione ho raccontato l’accaduto e il motivo per cui non avevo le foto, per tutta risposta e senza tanti giri di parole il responsabile della redazione mi rispose che dovevo imparare a essere “più figlio di puttana”.
Inutile dire che, di lì a poco, la mia esperienza nel mondo della cronaca nera si sarebbe conclusa. Ma ogni volta che passo davanti a quella casa mi torna in mente tutto e quando pubblico la foto di qualcuno mi chiedo sempre come reagirei io al posto suo…
 
Dedicato a tutti quelli che : "ma cosa vuoi che sia pubblicare la foto di qualcuno su facebook…”
 
P.S.
La foto che accompagna questi miei ricordi è la riproduzione ed ottimizzazione digitale di un negativo colori 6x6 realizzato intorno al 1998, il luogo sono le Fontane Bianche di Sernaglia.
 

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